Niente paura: nessuna magia nera contro il Tevere.
Le sere del 21 e 22 settembre, dalle 19 alle 24, a Roma, per la prima volta in Europa, si è svolta, a chiusura delle manifestazioni inerenti l'Estate Romana 2012, la "Water Fire Rome": un allestimento di trenta falò galleggianti sulle acque del Tevere tra i ponti Sisto (quasi sicuramente il più bel ponte di Roma) e Mazzini, quello immediatamente a monte.
Il Water Fire è stato ideato dall'artista americano Barnaby Evans e, dalla prima rappresentazione, sulle sponde del Providence River di Providence (cittadina del Rhode Island, Stati Uniti), nel 1994, circa 15 milioni di persone hanno seguito i vari spettacoli di acqua e fuoco che, da quel giorno, sono stati allestiti in tutto il mondo (a Providence è oramai uno spettacolo fisso, in quanto allestito stagionalmente per ben sette mesi consecutivi, tanto da meritarsi il premio "Art Place America 2012").
Sulla sponda destra, a metà tra i due ponti, è stata allestita una pedana sulla quale si sono esibiti ballerini del teatro ambientale "Moveable Space", guidati dalla coreografa Linda Foster, da Robert Hammond su musiche di Marco Guazzone e degli Stag.
Le musiche di carattere etnico, ritmate e basate su strumenti particolari quali il balafon (uno xilofono pentatonico africano di materiale vegetale, in quanto costituito da legno e zucche cave) e l'angklung (uno strumento indonesiano costituito da tronchi di bambù), unite al fascino delle fiaccole, accese dai ballerini sulla pedana e quindi trasportate lungo il fiume su canoe di diversa grandezza per arrivare ad accendere i falò disposti lungo la sponda destra, creano un'atmosfera di sicuro fascino: difatti migliaia erano i cittadini romani ed i turisti accorsi sui due ponti e lungo i muraglioni e le sponde del Tevere per osservare lo spettacolo.
Le musiche di carattere etnico, ritmate e basate su strumenti particolari quali il balafon (uno xilofono pentatonico africano di materiale vegetale, in quanto costituito da legno e zucche cave) e l'angklung (uno strumento indonesiano costituito da tronchi di bambù), unite al fascino delle fiaccole, accese dai ballerini sulla pedana e quindi trasportate lungo il fiume su canoe di diversa grandezza per arrivare ad accendere i falò disposti lungo la sponda destra, creano un'atmosfera di sicuro fascino: difatti migliaia erano i cittadini romani ed i turisti accorsi sui due ponti e lungo i muraglioni e le sponde del Tevere per osservare lo spettacolo.
Malgrado la pedana dei ballerini fosse ben visibile solo alla piccola parte degli spettatori sul sovrastante Lungotevere, ed al fatto che i falò fossero disposti soltanto lungo la sponda destra e non lungo entrambe (ambientazioni magari suscettibili di miglioramenti per prossime edizioni della manifestazione), devo dire che la serata è stata veramente piacevole e centinaia di persone, come me, hanno avuto la possibilità ed il piacere di poter tornare a passare qualche ora a tu per tu con il magico Tevere.
Il nostro giro di avvicinamento al Tevere inizia da Trastevere, dove si può ammirare il monumento dedicato al massimo poeta dialettale romano: Giuseppe Gioachino Belli.
Il monumento, eretto tra il 1910 ed il 1913 grazie ad una sottoscrizione popolare (vennero raccolte oltre 30.000 lire) raffigura il poeta poggiato alla spalletta di Ponte Fabricio (o "Quatto capi", per via delle erme quadrifronti poste all'inizio del ponte che porta all'Isola Tiberina), mentre sul basamento del monumento sono rappresentati la personificazione, distesa, del Tevere e, sul retro, una scena di popolani romani raccolti davanti il celebre busto "parlante" di Pasquino. Due mascheroni, ai lati del monumento, raffigurano la "poesia" e la "satira".
Il monumento del Belli, il palazzetto degli Anguillara, con la torre medievale (dove, dal sesto anniversario della morte del poeta (1921), ha sede la "Casa di Dante Alighieri", un'associazione che promuove incontri culturali e letterari legati alla figura ed all'opera del sommo poeta, con l'accompagnamento di uno spicchio di luna, ci preparano all'evento che inizierà tra breve sulle sponde del fiume.
Lo scenario, anche senza l'ausilio dei falò, si presenta meravigliosamente.
E lo spettacolo ha inizio...
La distanza non aiuta a fare foto di livello, malgrado il 300mm. Certo che di notte e a tale distanza di meglio, senza neanche il cavalletto, non potevo fare. Ed anche con il cavalletto, per via dei lunghi tempi di esposizione, le foto sarebbero venute ugualmente un po' mosse. Ma mi accontento e so che lo farete anche voi...
C'è qualcosa di più romantico del Tevere al tramonto?
Qualcuno ha anche fatto uno spuntino...
La magia del fuoco, del fiume e delle serate estive romane cattura migliaia di persone.