Questa è la breve storia di un edificio di uno dei più begli angoli di Roma che, se pur non facente parte di quei tanti monumenti che appartengono oramai alla “Roma Sparita” di Ettore Roesler Franz, ha rischiato più volte di farne parte, visto che le varie amministrazioni, private o comunali, si sono messe più volte d’impegno per farla sparire dal suo splendido contesto: a pochi metri dal Galoppatoio di Villa Borghese, giusto a metà strada fra Villa Medici e Porta Pinciana. Eppure stiamo parlando di un luogo che da oltre duecento anni riscuote un grande successo: la “Casa del Cinema”, già “Casina delle Rose”, già “Vaccheria – Latteria Bernardini”.
Nel 1833 la famiglia dei Borghese ampliò la Villa Pinciana, propria residenza fin dal XVII secolo, con l’acquisto di alcune vigne e ville confinanti, tra le quali Villa Manfroni-Bernini, situata a ridosso delle Mura Aureliane e della Porta Pinciana. Quel terreno era occupato, all’epoca, da un edificio composto da una parte più antica, con un bel loggiato, e da una costruzione più bassa e recente, di carattere rustico. Il restauro fu curato dall’architetto Luigi Canina.
Successivamente, dopo i danneggiamenti subiti nel 1849 a seguito della battaglia tra le truppe francesi, in appoggio al papa, ed i difensori della Repubblica Romana di Mazzini, il complesso, dopo un iniziale utilizzo come ristorante e luogo di riunione, fu utilizzato come magazzino e perfino trasformato in stalla, ospitandovi le mucche di una rivendita di latte e prodotti caseari data in gestione. La Casina, sanificata ed adeguata igienicamente, fu infatti utilizzata come latteria anche dopo il passaggio di Villa Borghese al Comune di Roma, avvenuto nel 1903. Gestita dalla famiglia Bernardini, ed adibita a latteria-gelateria, nella città che aveva cominciato ad espandersi fuori Porta del Popolo nei nuovi quartieri Prati, Ludovisi (sorto dopo la demolizione di parte della vecchia Villa Ludovisi) e Salario, riscosse un grande successo, soprattutto nei fine settimana e nelle giornate di bel tempo, in quanto non troppo lontana per buona parte della popolazione del centro storico e perfino di quella dei quartieri sorti nei pressi della Basilica di San Giovanni in Laterano, oltre quelli appena menzionati.
In seguito, negli anni Venti, la vaccheria venne trasformata in locale da ballo.
Negli anni Trenta divenne un ristorante di lusso, chiamato Casina delle Rose, nome che ha conservato fino al 2000. Cambiò quindi ancora una volta denominazione e fu celebre, negli anni della Dolce Vita, come “La Lucciola”, un locale da ballo che ospitò eventi mondani e manifestazioni artistiche e culturali.
L’inizio del declino e dell’abbandono della Casina delle Rose avvenne dal 1976, quando i concessionari del tempo intrapresero, sull’edificio architettonicamente vincolato, interventi di adeguamento non autorizzati dal Comune di Roma, che, quindi, sospese i lavori ed aprì un contenzioso legale che si è risolto soltanto alla fine degli anni Novanta.
Nel corso di quasi venticinque anni l’edificio, in stato di abbandono pressoché totale, venne danneggiato dalla caduta di un fulmine, da continue incursioni vandaliche e vi vennero accertati assidui atti di prostituzione, perfino minorile.
Eppure i progetti di restauro e risanamento della Casina furono molteplici, così come i finanziamenti all’uopo stanziati. Prima vi si sarebbe dovuto trasferire il Circolo Ufficiali delle Forze Armate Italiane, che occupava Palazzo Barberini: era perfino stato già previsto, al tempo, dalla legge Finanziaria, un notevole stanziamento sul bilancio del Ministero della Difesa ma, non essendoci ampia possibilità di posteggio per gli automezzi, il luogo venne scartato a scapito della Palazzina Savorgnan di Brazza', in Via XX Settembre. Successivamente si pensò di attrezzarla a luogo espositivo del Parco dei Musei, con la possibilità di tenervi mostre temporanee, oppure di farne la sede di rappresentanza del Comune di Roma, e questo ritardò l'avvio dei lavori di recupero.
Soltanto nel 2001, con i finanziamenti per Roma Capitale, è stato finalmente avviato l’intervento di recupero dell’edificio secondo le immagini fotografiche e le descrizioni del primo Novecento.
Attualmente l’edificio, una volta ristrutturato, è stato trasformato in Casa del Cinema.
Il nuovo complesso, che si estende per circa 2.500 metri quadri, ospita una sala di proiezione con apparecchiature audio-digitali di ultima generazione; la Sala Kodak, attrezzata per proiezioni video grande schermo e sede di congressi, dibattiti, presentazioni di libri; due sale espositive, dedicate a Sergio Amidei e Cesare Zavattini; un punto vendita specializzato in DVD ed una libreria specializzata in cinema e arti dello spettacolo, oltre ad un accogliente ristorante-caffetteria chiamato “Cinecaffè - Casina delle Rose”.
Il nuovo complesso, che si estende per circa 2.500 metri quadri, ospita una sala di proiezione con apparecchiature audio-digitali di ultima generazione; la Sala Kodak, attrezzata per proiezioni video grande schermo e sede di congressi, dibattiti, presentazioni di libri; due sale espositive, dedicate a Sergio Amidei e Cesare Zavattini; un punto vendita specializzato in DVD ed una libreria specializzata in cinema e arti dello spettacolo, oltre ad un accogliente ristorante-caffetteria chiamato “Cinecaffè - Casina delle Rose”.
Dal 2004 vi si svolgono proiezioni di film e documentari, incontri con registi, sceneggiatori, attori ed eventi omaggio alle celebrità del cinema di ogni tempo.
Ed un film tutto per se lo meriterebbe proprio, questa storica Casina immersa nel verde di Villa Borghese, finalmente recuperata al popolo romano.
Casa del Cinema - Viale del Galoppatoio, 33/ Largo Marcello Mastroianni, 1
2 commenti:
Come sempre mi stupisci :-)
Passo di fronte alla casina ogni giorno e ne ignoravo buona parte della storia!
Che vita avventurosa... Certo, a vedere le vecchie immagini, devo dire che mi piaceva di più prima (anche la vaccheria non mi dispiaceva come idea XD ), ma è bello che l'abbiano restaurata, invece di abbatterla :-)
Nel post parli anche di Villa Ludovisi, dicendo che in parte è stata demolita... Vuol dire che sopravvive ancora qualcosina di quel posto allora? Se sì, ne sai qualcosa di più? :-)
Grazie per questo nuovo articolo, spero di leggerti presto :-)
la vaccheria è veramente una chicca. Ci avevi abbandonato per un pò troppo tempo...
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