16 aprile 2013

ROMA CURIOSA - LE STOLPERSTEINE, I MONUMENTI PIU' PICCOLI DI ROMA


Roma non smette mai di stupire per le mille sorprese che ci riserva ma, in questo caso, si è soltanto fatta partecipe di una iniziativa che da anni investe tutta l'Europa.
Le "stolpersteine" (in italiano, letteralmente, "pietre d'inciampo") sono un'istallazione dell'artista tedesco Gunter Demnig in memoria dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, affinché la loro presenza, a terra, sia "d'ostacolo alla perdita della memoria di quanto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale"




Dal sito del Comune di Roma:
"L’idea di Demnig risale al 1993 quando l’artista è invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini Rom e Sinti. 
All’obiezione di un’anziana signora, secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato Rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, rom, omosessuali. Un segno concreto e tangibile ma discreto e antimonumentale, a conferma che la memoria non può risolversi in un appuntamento occasionale e celebrativo ma deve costituire parte integrante della vita quotidiana.
Sceglie dunque (due anni dopo) il marciapiede prospiciente la casa in cui hanno vissuto uno o più deportati e vi installa altrettante “pietre d’inciampo”, sampietrini del tipo comune e di dimensioni standard (10x10)".


Nata quindi a Colonia nel 1995, l'iniziativa ha poi trovato favorevole riscontro (con alcune sbalorditive eccezioni) in tutta Europa, tanto che annualmente viene celebrata, in gennaio, la "Giornata delle Memorie d'Inciampo", giunta a Roma, nel 2013, alla quarta edizione, sotto il patronato del Presidente della Repubblica. 
Come detto queste pietre d'inciampo, pur essendo realizzate come cubetti di cemento rivestiti di una sfoglia di ottone, sono simili in tutto e per tutto ai romanissimi "sampietrini", i blocchetti di roccia vulcanica (porfirite, una specie di granito) che, adeguatamente smussati e formati, pavimentano da secoli le più belle strade e piazze di Roma.
Faccio una piccola digressione per specificare che i sampietrini sono di diverse misure e colori, anche se quelli bianchi o grigi, almeno a Roma, sono più rari ed utilizzati soltanto per creare dei giochi geometrici e di colore con quelli neri.
Generalmente a faccia quadrata i sampietrini classici hanno una misura di 12x12 centimetri e la loro altezza può variare dai 6 ai 18 centimetri. Esistono anche dei sampietrini più piccoli, con una faccia di 6x6 centimetri, e sono quelli che possiamo ammirare nell'isola centrale di Piazza Navona o sui sagrati di diverse chiese.
Nei paesi del centro Italia, spesso sono utilizzati sampietrini bianchi, in quanto ricavati da roccia locale, così come a Bologna era utilizzato il "Bolognino", di colore rossiccio, ricavato dal porfido.

In pratica le stolpersteine sono delle "mini targhe", realizzate in ottone nella misura di 10x10 centimetri e poste davanti la casa del deportato cui sono dedicate: sulla faccia superiore del blocchetto sono incisi il nome ed il cognome, l'anno di nascita, la data di arresto, quella di deportazione, l'indicazione del lager in cui era stata imprigionata la persona e, purtroppo, ove conosciuta, anche la data in cui fu giustiziata. In molti casi sulle "pietre" è riportata la dicitura "in luogo ignoto" o "in data ignota", visto che per molte persone non si è effettivamente a conoscenza del luogo o della data di morte.


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L'iniziativa delle stolpersteine ha ottenuto in tutta Europa un tale riscontro, come civile occasione per ammonire le generazioni recenti su quelle che possono essere le bassezze dell'animo umano, ricordando i milioni di vittime dell'Olocausto, che a tutt'oggi risultano istallate, in oltre 700 località europee, oltre 32.000 "pietre" in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Paesi Bassi, Norvegia ed Italia.
Il fatto di essere collocate a terra, ed essere definite "d'inciampo" costringe la persona che le nota ad abbassare lo sguardo, oltre che materialmente, anche idealmente, per rendere un mentale omaggio alle migliaia di persone che hanno sperimentato sulla propria pelle quanto l'animo umano possa essere vile e stupido. 

Alcune stolpersteine non riguardano soltanto singole persone ma gruppi etnici, civili e religiosi, ritenuti inferiori dal Nazismo e per questo motivo perseguitati: Sinti, omosessuali, Rom, oppositori politici e perfino malati di mente o portatori di handicap (ricordiamoci di come, in quello stesso periodo, il Fascismo cercò tra gli storpi, i dissociati o le persone che non conducevano una vita nei limiti della civile moralità, il colpevole degli infanticidi commessi negli anni '20 a Roma, omicidi addossati poi al capro espiatorio Gino Girolimoni, colpevole soltanto di possedere una automobile cabriolet e di essere un donnaiolo impenitente). 
In alcuni casi sono state installate a ricordo di atti d'eroismo: nel IX municipio una placca ricorda il rifiuto di collaborazione con i nazisti da parte del colonnello Eugenio Paladini; nel XVII municipio, davanti la caserma dei Carabinieri, nei pressi di Viale Giulio Cesare, 12 placche sono state installate a ricordo di dieci Carabinieri che vennero ritenuti ufficialmente "inaffidabili" in vista del rastrellamento nel Ghetto di Roma, che sarebbe avvenuto pochi giorni dopo (16 ottobre 1943); una placca è stata anche installata, nel gennaio 2012 in Via Urbana, in memoria di Don Pietro Pappagallo, un sacerdote (Medaglia d'Oro al Valore Civile ed incluso tra i "Martiri della Chiesa del XX Secolo" da Papa Giovanni Paolo II) che si adoperò attivamente, durante l'occupazione nazista di Roma, per proteggere ebrei e partigiani e che venne giustiziato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944 (chi non ricorda la sua figura, splendidamente interpretata da Aldo Fabrizi, assieme ad Anna Magnani, nel film di Roberto Rossellini "Roma città aperta"? A lui è stato anche recentemente dedicato uno sceneggiato, prodotto dalla RAI ed interpretato dall'attore Flavio Insinna).

Poco fa parlavo di alcune eccezioni al favore con cui l'iniziativa delle stolpersteine è stata accolta, non soltanto in Italia. In effetti a Monaco di Baviera l'istallazione delle placche è stata "sconsigliata" dalla locale Comunità Ebraica, preoccupata di eventuali atti di vandalismo (che a Roma si sono verificati, in effetti, più volte). 
In altre città della Germania si sono verificate delle rimostranze, da parte di alcuni proprietari di immobili, che non vedevano di buon occhio il ritrovarsi davanti la propria abitazione il perpetuo ricordo delle nefandezze compiute decenni prima dai nazisti. Per questo si ottenne che le pietre potessero essere sistemate davanti i portoni solo previo consenso dei proprietari dell'immobile.
Simile ma ancora più grave, da questo punto di vista, fu un fatto avvenuto a Roma nel gennaio del 2012: nottetempo, tre pietre d'inciampo vennero divelte dal selciato antistante il portone di un palazzo in Via di Santa Maria in Monticelli, sostituite da una colata di cemento. A sottrarle era stato uno stesso condomino del palazzo, che addusse di "non voler un cimitero proprio davanti il portone di casa". Pentito, ed incalzato dagli inquirenti, il condomino pochi giorni dopo restituì le pietre al locale comando dei Carabinieri, i quali le riconsegnarono ai familiari delle tre sorelle Spizzichino (Elvira, Graziella e Letizia alla cui memoria erano dedicate). 

Essendo fortemente danneggiate (il costo di ciascuna placca è di oltre 100 euro: € 95 dal 1995 fino al 2011 ed € 120 dal 2012), la nipote delle tre sorelle donò le placche al Museo della Shoah di Roma affinché potessero essere "di monito e ricordo alle giovani generazioni, future custodi della memoria". Le copie delle placche rubate sono state reinstallate, il 9 maggio 2012, in occasione dell'anniversario della data di deportazione delle tre sorelle ebree.


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Le prime 30 pietre d'inciampo, in Italia, furono collocate il 28 gennaio 2010, in occasione del "Giorno della Memoria", in 6 diversi municipi di Roma:
in Via della Reginella 2, nel Ghetto, 4 targhe per Grazia Di Segni, Giuditta Spizzichino, Ada Spizzichino e Rosanna Calò (figlia di due anni di Ada Spizzichino);
in
 via Flaminia 21, 3 targhe per Mario Levi, Alba Ravenna e Giorgio Levi;
in V
ia Carlo Alberto Della Chiesa, 12 targhe davanti alla Scuola Allievi Carabinieri, da dove vennero deportati gli allievi ribelli il 7 ottobre 1943;
in P
iazza Rosolino Pilo 17, 7 targhe per Leone David Terracina, Giovanni Terracina, Lidia Ascoli, Anna Terracina, Cesare Terracina ed Amedeo Terracina;
in V
ia Taranto 178, 1 targa per il Colonnello Eugenio Paladini;
al Pigneto, in tre diverse vie, in memoria di deportati per motivi politici:
Via Romanello da Forlì, 1 pietra per Fernando Nuccetelli;
Via Giovenale 85, 1 pietra per Ferdinando Persiani;

Via Ascoli Piceno 18, 1 targa per Antonio Attori.


Altre 54 nuove pietre d’inciampo sono state collocate il 12 e 13 gennaio 2011, lungo 24 strade di cinque municipi
Visto che la realizzazione delle pietre d'inciampo, malgrado il patrocinio del Presidente della Repubblica Italiana e della Comunità Ebraica di Roma, è autofinanziata tramite sottoscrizioni private da parte di familiari di deportati, semplici cittadini o associazioni, al fine di raccogliere le stesse per la realizzazione di nuove stolpersteine, è stato istituito, presso la "Casa della Memoria e della Storia", in Via San Francesco di Sales un apposito sportello, curato da Daniela Mantarro, con la collaborazione di Elisa Guida: casadellamenoria@bibliotechediroma.it  
Il sito web www.arteinmemoria.it, realizzato da Giovanni D’Ambrosio e Paolo La Farina, documenta interamente le prime edizioni di "Memorie d'Inciampo a Roma": la mappa dei luoghi dove sono state installate le stolpersteine, fotografie, film e testimonianze. 
Al numero di telefono 06/45460501 o all'indirizzo mail sportello@arteinmemoria.it possono rivolgersi quanti intendano ricordare familiari o amici deportati attraverso la collocazione di una stolperstein davanti alla loro abitazione.
Il progetto delle stolpersteine è promosso anche dall'Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati), dall'Anei (Associazione Nazionale Ex Internati), dal CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), dalla Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane e dal Museo Storico della Liberazione.

Il 12 gennaio:
Via Goffredo Mameli 47, 2 targhe per Eugenio Spizzichino e Giacomo Spizzichino;

Via Natale del Grande 21, 2 targhe per Armando Mieli e Adolfo Mieli;
Via Natale del Grande 51, 1 targa per Michele Mieli;

Via Garibaldi 38, 1 targa per Augusto Sperati;
Lungotevere Sanzio 2, 4 targhe per  Angelo Fatucci, Cesira Della Torre, Attilio Fatucci e Teresa Campagnano;
Via Catalana 1, 3 targhe per Giulio Amati, Dora Pavoncello e Amedeo Sonnino;
Via Catalana 4, 1 targa per Angelo Citoni;
Via del Tempio 4, 3 targhe per Enrica Di Segni, Giacomo Terracina e Virginia Terracina;
Via della Reginella 19, 1 targa per Leone Pavoncello;
Via Costaguti 29, 1 targa per Costanza Spizzichino Astrologo;
Via Arenula 16, 2 targhe per Angelo Di Castro e Debora Perugia;
Via Arenula 29, 3 targhe per Samuele Leone Della Seta, Giulia Di Segni Della Seta e Cesira Calò;
Via Arenula 53, 2 targhe per Leonello Della Seta e Giancarlo Della Seta;
Via dei Giubbonari 30, 2 targhe per Angelo Tagliacozzo ed Angelo Limentani;
Via dei Cerchi 63, 1 targa per Elia Efrati.

Il 13 gennaio:
Via Bartolomeo Bossi 8, 1 targa per Filippo D'Agostino;
Via dei Querceti 24, 2 targhe per Margherita Bondì Milano e Silvana Milano;
Via Miani 4, 3 targhe per Piero Veneziani, Margherita Veneziani e Guido Veneziani;
Via Girolamo Dandini 20, 3 targhe per Giacomo Veneziani, Celeste Sestieri Veneziani e Marcella Veneziani;
Via Nazionale 87, 1 targa per Beniamino Di Cori;
Via Piemonte 127, 2 targhe per Lionello Alatri ed Evelina Chinichi Alatri;
Via Sicilia 154, 1 targa per Clara Sereno;
Via Po 162, 2 targhe per Laudadio Di Nepi e Silvia Sermoneta;
Corso Trieste 85, 1 targa per Vittorio Manasse;
Via Eleonora d'Arborea 12, 3 targhe per Marcella Rosselli, Delia Di Nota e Lucia Rosselli;
Via Padova 94, 1 targa per Valrigo Mariani;
Via Flaminia 215, 2 targhe per Anita Di Capua e Leone Italo Valabrega;
Via Germanico 96, 3 targhe per Giuseppe Efrati, Clara Baroccio Efrati ed Augusto Efrati.


Il 9, 10 e 11 gennaio 2012, per la terza edizione della manifestazione, l'autore stesso, Gunter Demnig, ha posto 72 nuove stolpersteine nelle strade della Capitale:

lunedì 9 gennaio 2012
Via Urbana 2, 1 targa per don Pietro Pappagallo;
Via Madonna dei Monti 82, 20 pietre per: Orabona Moscato, Mosè Di Consiglio, Salomone Di Consiglio, Gemma Di Tivoli, Santoro Di Consiglio, Marco Di Consiglio, Franco Di Consiglio, Rina Ester Di Consiglio, Virginia Di Consiglio, Marisa Di Consiglio, Lina Di Consiglio, Cesare Elvezio Di Consiglio, Clara Di Consiglio, Angelo Di Castro, Giuliana Colomba Di Castro, Giovanni Di Castro, Leonello Di Consiglio, Graziano Di Consiglio, Enrica Di Consiglio, Mario Marco di Consiglio;
Via dell’Argilla 15, 1 pietra per Teofrasto Turchetti;
Viale Giulio Cesare 223, 2 pietre per Augusto Piperno e Virginia Baroccio in Piperno; 

Via Monte Zebio 40, 1 pietra per Fritz Warschauer;
Via Flaminia 21, 2 pietre per Eva Della Seta e Giovanni Della Seta.

martedì 10 gennaio 2012 
Lungotevere Cenci 4, 1 pietra per Michele Sabatello;
Via della Reginella 10, 3 pietre per Dora Piattelli, Zaccaria Di Capua ed Amadio Di Capua;
Via Santa Maria del Pianto 10, 3 pietre per Rosa Sermoneta, Anita Sermoneta ed Emma Vivanti; 

Via in Publicolis 2, 1 pietra per Angelo Anticoli;
Via Arenula 41, 2 pietre per Giorgina Guglielma Coen e Angelo Piperno;

Via Santa Maria in Monticelli 67, 3 pietre per Letizia Spizzichino, Elvira Spizzichino e Graziella Spizzichino (le pietre divelte e poi reistallate); 
Lungotevere Sanzio 2, 1 pietra per Amadio Sabato Fatucci; 
Vicolo della Penitenza 24, 1 pietra per Giuseppe Giusti (richiesta dall'associazione "Progetto Memoria - Roma"); 
Via della Luce 13, 3 pietre per Giacobbe Moscati, Benvenuta Calò e  Reale Moscati; 
Via Anicia 6, 5 pietre per Giacomo Guido Citoni, Laura Roccas in Citoni, Carlo Citoni, Giuseppina Anita Citoni e Arrigo Citoni; 
Via Amerigo Vespucci 41, 5 pietre per Mirella Di Consiglio, Marco Di Consiglio, Ada Di Consiglio, Celeste Vivanti e Cesare Di Consiglio; 
Piazza Ippolito Nievo 5, 1 pietra per Dario Di Cori;

mercoledì 11 gennaio 2012:
Via Alessandro Torlonia 9, 5 pietre per Adriana Finzi, Fortunata Coen in Finzi, Carlo Finzi, Luciana Finzi ed Enrico Finzi;
Viale XXI Aprile 21, 3 pietre per Vito Ascoli, Adriana Terracina in Ascoli ed Ida Trevi;

Via Eleonora d’Arborea 1, 1 pietra per Raoul Vivanti; 
Via del Peperino, 1 pietra richiesta dall'associazione “ANED - Sez. Roma” per Fausto Iannotti; 
Via Po 162, 2 pietre per Laudadio Di Nepi e Silvia Sermoneta; 
Via Paraguay 18, 4 pietre per Vera Piperno in Pontecorvo, Carlo Pontecorvo, Gianfranco Pontecorvo ed Emma Forti in Piperno.

Nel gennaio 2012 anche a Genova (nella Galleria Mazzini per il Rabbino Capo di Genova, Reuven Riccardo Pacifici) ed a L'Aquila (in Piazza Duomo per Giulio Della Pergola) sono state installate due stolpersteine. 


Il 14 e 15 gennaio 2013, in occasione della quarta edizione di "Memorie d'Inciampo a Roma", sono state installate dall'autore ulteriori 36 stolpersteine in cinque distinti municipi:
Il 14 gennaio:
Via Garibaldi 38, 1 pietra per Augusto Sperati;
Via Arenula 41, 6 pietre per Laura Romanelli, Margherita Sonnino, Angelo Romanelli, Mosè Marco Sonnino, Samuele Sonnino ed Amelia Piperno;
Via Arenula 83, 2 targhe per Alfredo Donato Di Nola e Livia Della Seta;
Via Santa Maria del Pianto 10, 1 pietra per Pacifico Tagliacozzo;
Piazza Mattei 3, 1 pietra per Adele Ascarelli;
Via del Portico d'Ottavia 13, 1 pietra per Costanza Sonnino;
Via Catalana 1, 2 pietre per Clelia Pontecorvo Sonnino e Isacco Sonnino;
Piazza Campo de Fiori 41, 1 pietra per Claudio Piperno;
Via Marmorata 169, 1 pietra per Adolfo Caviglia;
Via Giotto 3, 3 pietre per Wanda Veneziani, Lea Veneziani e Pellegrino Veneziani;
Via Appia Nuova 451, 1 pietra per Francesco Galeotti;
Via Licia 56, 1 pietra per Gioacchino Gesmundo;

Il 15 gennaio:
Via Niccolò III 8, 1 pietra per Galliano Tabarini;
Viale delle Milizie 15, 3 pietre per Aldo Veneziani, Enrica Tagliacozzo in Veneziani e Dario Veneziani;
Viale Giulio Cesare 95, 3 pietre per Giulio Mortera, Virginia Mortera e Jole Mortera;
Via Chinotto 1, 3 pietre per Salvatore Fiorentini, Elda Piattelli e Piera Fiorentini;
Via Flaminia 171, 4 pietre per Lamberto Romanelli, Giulia del Monte, Carla Romanelli e Michele Marco Romanelli;
Via del Babuino 84, 1 pietra per Ubaldo Veneziani.



LA MAPPA DELLE STOLPERSTEIN ROMANE:



2 commenti:

Feddy ha detto...

Questo è sicuramente un argomento triste, una pagina della storia che mi fa davvero vergognare.
E' bene aver voltato quella pagina ed è bene che però rimanga ben impressa, perché non si ritorni a scriverne una uguale.
Metto un link di questo articolo su Twitter (@Rainbow_Uapa), se non ti spiace, perché è interessante e credo sia bello ricordare o informare dell'esistenza di questa iniziativa :-)
In effetti è assurdo pensare che i proprietari di certi immobili si oppongano, con la storia del "cimitero davanti casa". Io credo che invece dovrebbero sentirsi onorati di difendere dei simboli tanto importanti, dimostrerebbe sensibilità e senso civico... Non sono mica delle oscenità! Valla a capire la gente -_-'

JAJO ha detto...

Ciao carissima, linka pure... il mio intento è lo stesso: per non dimenticare...