13 novembre 2011

ROMA CURIOSA: LA CHIESA ORTODOSSA DI "SANTA CATERINA GRANDE MARTIRE DI ALESSANDRIA"

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Il 6 ottobre del 1803, su proposta del Collegio degli Affari Esteri, l'Imperatore Alessandro I firmò il "Decreto sull’istituzione della chiesa greco-russa" a Roma e diede disposizione affinché la costruzione della nuova chiese potesse essere definita entro la primavera del 1804. Il prolungarsi degli eventi bellici contro Napoleone fece però slittare i lavori di costruzione e la "Chiesa di San Nicola Taumaturgo" fu istituita presso l’ambasciata russa a Roma solo venti anni dopo, nel 1823.
A seguito di vari eventi l’istituzione ortodossa cambiò diverse volte sede, rimanendo però, come le altre sedi presso le ambasciate russe degli altri stati europei, sempre sotto il diretto controllo della Diocesi di San Pietroburgo, mentre dal punto di vista finanziario la chiesa dipendeva dal Ministero degli Esteri russo.
Nel 1898, su determinazione dell'archimandrita Kliment, superiore della chiesa presso la propria ambasciata, la comunità russa a Roma promosse una raccolta di offerte per la costruzione di una chiesa ortodossa nella capitale italiana. La sua motivazione fu, all’incirca, quella del "...bisogno di avere una chiesa ortodossa rispondente alla dignità dell'Ortodossia e alla grandezza della Patria nella città dei santi apostoli Pietro e Paolo".

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Nel 1907 Nicola II approvò la composizione del “Comitato di costruzione”, del quale fecero parte diplomatici russi, l'archimandrita della chiesa ortodossa russa e le personalità rappresentanti della comunità russa in Italia. Alla Commissione venne sottoposto un gran numero di progetti, tra i quali anche uno dell'architetto di origine italiana Vincenzo Moraldi, mentre un progetto presentato dall'architetto Pokrovskij prevedeva che la chiesa avrebbe potuto contenere ben 500 persone.
Il 16 maggio del 1913 il Consiglio Comunale di Roma diede l'approvazione per la costruzione della chiesa sul proprio territorio, autorizzazione che in madre patria fu concessa pochi mesi dopo dall'imperatore Nicola II, ultimo Zar di Russia, il quale elargì un "contributo imperiale" di 10.000 rubli; ma già nel 1898 i gran duchi Sergej Aleksandrovič e Mikhail Nikolaevič, come molti altri industriali e commercianti moscoviti e siberiani, avevano offerto sostanziosi contributi alla causa.
Il 28 maggio del 1913 un progetto indicativo fu approvato dall'imperatore Nicola II e nell'estate del 1914 la Banca Statale dell'Impero Russo aprì un conto speciale, nella filiale di San Pietroburgo, a beneficio della chiesa.
Mi preme qui fare una digressione per chiarire i motivi della scelta del terreno su cui verrà innalzata la chiesa ortodossa.
Nel 1915 il principe Abamelek-Lazarev, per conto del “Comitato di costruzione” che presiedeva, acquistò, a nome dell'ambasciata russa a Roma, un terreno di 2065 metri quadri adiacente la propria residenza, sul Lungotevere Arnaldo di Brescia. Villa Abamelek, situata nei pressi del colle del Gianicolo, era stata costruita, tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento, come residenza romana del marchese genovese Paolo Girolamo Torre, un importante banchiere del tempo. La costruzione originaria, identificabile con l'attuale “Palazzina Belvedere”, era decorata con affreschi in parte ora perduti.
Nella villa si svolse perfino una riunione di vescovi, il 22 agosto 1700, in previsione dell'eventuale prossimo conclave, a causa della grave malattia del Papa Innocenzo XII, che morì, infatti, il 27 settembre di quello stesso anno.
Per problemi finanziari la famiglia Torre, nel 1722, vendette la villa all'Arcispedale di Santo Spirito in Saxia il quale, nel 1734, la rivendette a monsignor Giuseppe Maria Feroni, nobile fiorentino che fu eletto poi cardinale. Questi incaricò l'architetto fiorentino Alessandro Galilei di rinnovare il complesso con nuovi arredi: secondo la nuova moda, volta all’esotico, oltre ai classici paramenti religiosi vennero impiegate ricche carte cinesi alle pareti.
Nel 1792 la villa passò a Giovanni Torlonia e da questi alla figlia, la contessa Maria Teresa Marescotti, poi alle famiglie dei Valentini e dei Giraud. Nel 1849, in occasione del cannoneggiamento della battaglia del Gianicolo tra l’esercito francese e le truppe della Repubblica Romana, la villa subì gravi danni.

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Nel 1854 la villa venne acquistata dal principe Filippo Andrea Doria Pamphilj, che la annetté alla sua vicina abitazione e che ne ampliò e restaurò il giardino, per opera dell'architetto Andrea Busiri Vici, secondo il gusto paesistico di quel periodo.
Successivamente il complesso fu ceduto ai Ricasoli, nel 1863, per divenire, infine, nel 1907, proprietà del citato principe russo, di origine armena, Semion Abamelek Lazarev, che possedeva attività bancarie internazionali e controllava lo sfruttamento di miniere di sale in Russia. Il principe, avendo ulteriormente ampliato la tenuta con l’acquisto di vigne e casali confinanti, si avvalse dell’esperienza dell'architetto Vincenzo Moraldi, che come visto poco fa avrebbe presentato successivamente un progetto per la realizzazione dell’edificanda chiesa ortodossa, per ridisegnare parzialmente ed arricchire il giardino con un notevole numero di sculture antiche e seicentesche. In quell'occasione venne inoltre ampliato il casino settecentesco, rinominato nel secolo precedente "Villa Belvedere", e venne edificato il "Casino delle Muse", un edificio ornato da tele, arredi di ambiente veneziano, arazzi fiamminghi, sculture di varie epoche e mosaici pavimentali romani. All'esterno del Casino venne realizzato anche un emiciclo teatrale sull'impronta di quelli dell'antica Grecia.
Dopo la morte del principe, nel 1916, e quella della principessa consorte, nel 1936, l'edificio divenne proprietà dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche che, nel 1946, ne fece la propria sede diplomatica (divenne Ambasciata di Russia dal 1991, a seguito della secessione degli stati dell’Est dalla Repubblica Sovietica).

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Malgrado all'inizio del 1916 fossero già state raccolte 165.000 lire, somma del tutto sufficiente per l’edificazione, per via dell'inizio della Prima Guerra Mondiale ed a causa della conseguente mancanza di risorse finanziarie, la costruzione della chiesa fu sospesa quando ne erano state oramai quasi ultimate le fondamenta. I lavori vennero riattivati nel 1915 per fermarsi poi, definitivamente, dopo la morte del principe Abamelek e la rivoluzione in Russia nel 1917.
Ancora oggi nella chiesa di San Nicola, a Roma, è conservato il libro con la registrazione delle offerte per la costruzione della nuova chiesa ortodossa, con la firma ed il timbro dell'ambasciatore russo dell’epoca. Si è fatto riferimento alla Chiesa di San Nicola perché la comunità russa, e quella ortodossa in particolare, è da sempre legata a questo santo (di cui parte delle spoglie sono state traslate nella Chiesa di San Nicolò, a Venezia, e parte, appunto, a Bari), tanto che l’omonima Chiesa di San Nicola, a Bari, è passata nel dicembre del 2008 sotto il controllo del Patriarcato di Mosca. Fino al 1919, a Bari, presso la chiesa dedicata al santo venivano accolti i pellegrini ortodossi arrivati in Italia per venerarne le reliquie.
Nel 1921 la chiesa ortodossa, che aveva sede presso l'ambasciata russa, divenne parrocchiale. Nel 1924 l'ambasciata sovietica, per far fronte alla mancanza di fondi, vendette il terreno dove si sarebbe dovuta costruire la nuova chiesa.
Nel 1931 la principessa Maria Cernysceva donò all’ambasciata un palazzo in Via Palestro, che divenne la nuova sede della chiesa ortodossa. Nei locali siti al pianterreno di questo palazzo ancora oggi si svolgono funzioni di culto ortodosso.
All'inizio degli anni '90 del XX secolo, considerando anche che il palazzo donato dalla principessa Cernysceva necessitava di profondi restauri, fu di nuovo sollevata la questione della necessità di erigere, a Roma, una chiesa ortodossa che potesse contenere un numero sempre maggiore di fedeli. Il nuovo proposito venne avallato da Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutta la Russia e, nell'ottobre del 1999 l'Ambasciata della Federazione Russa fece formale richiesta al Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana ed al Comune di Roma per ottenere la possibilità di costruire un nuovo edificio di culto in una parte del parco di Villa Abamelek.
Nel maggio del 2000 è stato presentato al Comune di Roma il progetto per l’edificazione della “Chiesa di Santa Caterina Martire”, ad opera di Andrej Obolenskij, sul terreno di Villa Abamelek all'angolo tra Via del Lago Terrione e Via delle Fornaci, a poche centinaia di metri dalla Basilica di San Pietro in Vaticano.

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Il 14 gennaio 2001 all'interno di Villa Abamelek, alla presenza dei Ministri degli Esteri italiano e russo, Igor Ivanov e Lamberto Dini, si è svolta la cerimonia della posa della prima pietra, benedetta dall'arcivescovo di Korsun Innokentij, della futura “Chiesa di Santa Caterina grande martire di Alessandria”, santa venerata sia dagli ortodossi che dai cattolici.
Nel giugno 2002 è stata ottenuta la licenza edilizia e la costruzione della chiesa è iniziata nell'estate 2003.
Il 19 maggio 2004, con la benedizione del Patriarca di Mosca, a Roma è stata registrata l'Associazione per il sostegno della costruzione della chiesa ortodossa di Santa Caterina grande martire”, creata sull’esempio del “Comitato di costruzione” che esisteva nel periodo pre-rivoluzionario.
Pur sorgendo, la chiesa, in territorio diplomatico, è previsto il libero accesso per tutti nel comprensorio della proprietà della Federazione Russa, adiacente alla residenza dell'Ambasciatore in Villa Abamelek.
Il 19 maggio 2006 ha avuto luogo la consacrazione della chiesa, dipendente dal Patriarcato di Mosca, alla cui cerimonia hanno partecipato autorità russe e italiane.
Le funzioni religiose nella chiesa sono iniziate nell’ottobre del 2006 e nel dicembre 2007 si è svolta la consacrazione della cripta, dedicata ai santi Costantino ed Elena.
Sabato, 23 maggio 2009 è avvenuta la cerimonia di inaugurazione della nuova chiesa, la cui cupola, alta 29 metri, con i suoi colori bianco, verde acqua ed oro risalta nella vegetazione del parco Abamelek ed a ridosso del balcone panoramico del Gianicolo.
L'interno è raccolto e curatissimo e lo sguardo è attirato dalle icone affisse alle pareti, dal grande lampadario pendente dalla curiosa cupola e dai dipinti policromi alle spalle dell'altare dorato.
Ringraziamo il gentilissimo personale che ci ha permesso di entrare a visitarla malgrado l'orario delle funzioni (dalle 09.00 alle 11.00) fosse da poco passato e fossero in corso le pulizie.
Di seguito una serie di immagini della chiesa e dei suoi interni.

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FONTI: http://www.stcaterina.org/it/

5 commenti:

Lo Ziopiero ha detto...

Molto interessante questo post e il relativo reportage fotografico. Andrò a visitare la Chiesa quanto prima!

:))

JAJO ha detto...

Grazie Piero.
In effetti non sembra vero che questa chiesa, che a prima vista sembra un po' un tendone da circo un po' la casa degli Addams, sia a metà strada tra il Gianicolo e San Pietro.
Però è molto carina, curata e assolutamente spiazzante, con i palazzi attaccati a pochi metri, anche se sorge su una collina verde.
Certo la strada per arrivarci è un delirio: in fondo a Via Gregorio VII, subito prima degli archi e della stazione del trenino San Pietro, vai a destra e poi a sinistra.
Ciaoo

Andrea ha detto...

Anvedi questa mi mancava proprio!! Bellissima la foto della sovrapposizione con S.Pietro ;)

Lo Ziopiero ha detto...

Grazie per le indicazioni. E pensare che proprio in quella strada ci son passato l'altra sera, quando ho fatto il reportage sur cuppolone!!! Solo che era buio pesto!!!

Leaiuolebagante ha detto...

Quello che Lei chiama "il tendono da circo di casa Adams" non è altro che il cosidetto tented roof. Nasce in medioevo risso come tipo di coperture delle chiese in opposizione allo stile bisantino che prevedeva l'uso della cupola sulla sommità della chiesa. Ci sono gli studiosi che vedono qua pure una influenza gotica dal nord Europa, altri invece collegono questa novità in architettura religiosa tardo medioevale con le necessità del maggior uso di legno, che non si piega facilmente e non è facile fare una cupola rononda, ma cupola allungata fino alla forma quasi di tenda. Di solito si usa questo tipo di architettura religiosa al Nord della Russia, e le chiese sia in legno che in pietra sono di colori piùttosto sobri. Qua invice si mischia forma architettonica nordica con smalti e colori sgargianti amati al sud del paese.