29 maggio 2007

UN ANGOLO DI PACE

Penso abbiate oramai capito quanto io sia un tipo strano e per questo mi sembrate pronti a leggere qualcosa su… un cimitero. Non un cimitero “qualunque” ma il Cimitero Acattolico di Roma. Visto che la Chiesa nel ‘600 e ‘700 vietava che i non cattolici (oltre che i suicidi, le prostitute ed i teatranti) venissero seppelliti in “territorio cristiano”, si dovettero creare nuove aree dove seppellire, rigorosamente di notte, tali corpi, appena fuori delle mura cittadine. Per questo motivo esistevano, al tempo, un cimitero degli attori (presso Porta Pinciana) ed uno degli Ebrei (nell’area in cui attualmente sorge il Roseto comunale, sul colle Aventino, di cui vi ho parlato pochi post più sotto). Il cimitero di cui vi voglio parlare accoglie "non cattolici" di ogni nazionalità: italiani (Gadda; Gramsci),

La semplice tomba di Gramsci

americani (Corso, poeta della Beat Generation; Simmons, scultore e pittore; Wetmore, scultore autore del meraviglioso “Angelo del dolore”),


russi,


cinesi, greci,


scandinavi

La tomba di Andersen

ma soprattutto tedeschi (il figlio di Goethe; l’architetto Semper) ed inglesi (Severn, pittore e console a Roma nonché amico di Keats, accanto al quale è sepolto;


Le lapidi delle tombe di Keats e Severn

Symmonds, poeta; Trelawny, autore ed amico di Shelley, cui è sepolto accanto)

Le lapidi di Shelley e Trelawny

di ogni periodo, dal 1738 ad oggi, anche se il cimitero venne “ufficialmente” aperto nel 1821.
Tra i curati vialetti, contornati di verdi siepi,




di pini e cipressi si possono ammirare le tombe di John Keats (1795 – 1821, morto a Roma di tubercolosi, il cui epitaffio recita: Questa tomba contiene i resti mortali di un GIOVANE POETA INGLESE, che sul suo letto di morte, nell’amarezza del suo cuore, per il potere maligno dei suoi nemici, desiderò che queste parole fossero incise sulla sua pietra tombale: Qui giace colui il cui nome fu scritto sull’acqua ed alla quale "risponde" una vicina lastra marmorea: "Keats! Se il tuo caro nome fu scritto sull'acqua, ogni goccia è caduta dal volto di chi ti piange"),

La targa dedicata a Keats

e Percy Bysshe Shelley (1792 – 1822) affondato con il suo vascello in acque toscane. La sua tomba è proprio all’ombra delle Mura Aureliane. Un particolare romantico, anche se un po' macabro, riguarda la sua morte: il suo corpo venne cremato a Viareggio ma il suo amico Trelawny “strappò” il cuore dell’amico alle fiamme e lo portò alla sua vedova, Mary (celeberrima autrice del romanzo Frankenstein), e con lei venne sepolto in terra inglese qualche anno dopo.
Ci sono diverse statue nel cimitero: la più bella è, senza dubbio, lo straziante “Angelo del Dolore”, sulla tomba di William Wetmore (1819-1895), che ne fu anche l’artefice. Il realismo e la straziata posa dell’angelo lasciamo senza parole.





Due immagini dell'Angelo del dolore sulla tomba di Wetmore

Il cimitero, che sorge tra la Porta San Paolo (anticamente chiamata Ostiensis, perché da lì partiva la strada che collega ancora oggi Roma ad Ostia), la Piramide di Caio Cestio, le Mura Aureliane ed il Monte Testaccio, in una zona che, fino a quasi la metà dell’‘800, faceva parte dell’Agro Romano, ora pieno centro. Il fatto che le tombe fossero in campagna aperta (non c’erano né mura né staccionate a proteggerle) e, quindi, facilmente profanabili da ubriachi o fanatici religiosi, spinse nel 1817 i diplomatici di Prussia, Russia e Ducato di Hannover a richiedere al Cardinal Consalvi, Segretario di Stato Vaticano, il permesso di recintare a proprie spese il cimitero. Pur essendo di parere contrario il cardinale concesse, dopo quattro anni e su sollecitazione inglese, il permesso e provvide alla recinzione dell'area a spese del Vaticano. Nel 1894 l’ambasciata di Germania acquistò ulteriori terreni ed il cimitero venne ampliato.
Alcuni monumenti storici circondano il cimitero e lo rendono ancora più unico al mondo: la Porta San Paolo, la Piramide di Caio Cestio, che altro non è se non un monumento sepolcrale del pretore ( = magistrato civile responsabile della Giustizia), tribuno della plebe ( = magistrato che patrocinava gli interessi della plebe) e settemviro degli Epuloni ( = sacerdote preposto all’organizzazione di banchetti dedicati agli Dei), Caio Cestio, vissuto nel I° secolo a.C.. La piramide venne costruita in 11 mesi ed abbellita con rivestimenti in lastre marmoree.


Vista della parte vecchia del cimitero acattolico delimitata dalla Piramide di Caio Cestio e dalle Mura Aureliane sulla destra; sulla sinistra si intravede la Porta San Paolo

Nel III° secolo venne inglobata, come al tempo usava, nelle Mura Aureliane e divenne, con la Porta San Paolo, parte integrante della cinta muraria difensiva di Roma. Volute dall’imperatore Aureliano per difendere la città dagli assalti dei barbari, le mura si sviluppavano per 19 km. ed erano dotate di torri a pianta quadrata ogni 30 metri circa e di numerose porte d’accesso, fiancheggiate da torri semicircolari. Tra due torri potevano aprirsi delle porte minori (posterulae). Con vari restauri hanno difeso la città fino al 1870 ed ancora oggi sono lì a rappresentare la grandezza di Roma. Il Monte Testaccio (Mons Testaceus = Monte dei Cocci) è una collina artificiale alta una trentina di metri e con una circonferenza di circa 1 km. Si è formato con gli ammassi delle anfore rotte che venivano scaricate in epoca romana (II° - IV° secolo d.C.) nel vicino porto cittadino, ora quasi totalmente perduto.
In fin dei conti si tratta di una parte di Roma poco frequentata dai turisti, ed ancora meno dai romani, ma invasa dal traffico. Ed io voglio renderle un po' dell'onore che merita, sperando di invogliarvi a farci una passeggiata.

Ora qualche altra immagine curiosa o toccante del cimitero:



Due tombe di bambini





Due tombe di poeti



Nel cimitero acattolico sono sepolti anche... "mici"




Nessun commento: