Adesso vi parlo di un angolo di Roma di cui il 99,99% dei Romani ignora l’esistenza: il Quartiere Coppedè. Questo “quartiere”, che in realtà non è altro che un complesso di 26 palazzine e di 17 villini, sorge tra la Salaria e la Nomentana, praticamente inglobato nel quartiere Trieste. La progettazione, e la parziale realizzazione, di queste palazzine si deve a Gino Coppedè, un architetto/scultore fiorentino che fu chiamato a Roma nel 1913 proprio per la realizzazione di questo complesso (che fu terminato poco dopo la sua prematura morte, avvenuta nel 1926). La particolarità che rende degno di nota questo insieme di edifici consiste nel fatto che tutte le palazzine, che partono a raggiera dalla centrale Piazza Mincio (dov’è la curiosa Fontana delle Rane)
non hanno uno “stile architettonico proprio" ma sono un misto di Liberty, Decò, Barocco, con richiami medievali e classici. I villini sono infatti circondati da una folta ed alta vegetazione mentre nelle facciate degli edifici si incontrato motivi classici greci, mitologici, ponti e reggifiaccole medievali in ferro battuto,
vetrate in stile Liberty ed edicole sacre con tanto di Madonna con il bambinello. In particolare i villini, generalmente di 2 o 3 piani e strutturati in archi e torrette, sono circondati da giardinetti verdi con alti alberi e, come fossero dei piccoli castelli, da pesanti cancellate di confine mentre le palazzine, in genere, danno direttamente sulle strade lungo tutto il loro perimetro e sono caratterizzate da loggette, balconcini e da pitture sulle facciate.
Un’altra particolarità del quartiere è che vi si “accede” attraverso un arco di ingresso che unisce due palazzi: la volta interna dell’arco è ornata da un grande… lampadario in ferro battuto!
Il miscuglio di stili che caratterizzano il complesso di edifici dette vita ad uno stile vero e proprio: l’Eclettismo, proprio per il fatto di essere avulso da ogni contesto storico essendo mescolati in esso lo stile tetro del gotico, quello ispirato alla natura del Liberty, quello classico di ispirazione greca, quello medievale delle torrette e delle cancellate, quello Barocco delle decorazioni a stucchi, mascheroni e pitture delle facciate. Questo stile, a se stante, nacque e morì con Gino Coppedè. Caratteristici sono anche i nomi dati agli edifici: Palazzina del Ragno (caratterizzata da un grosso mascherone sul portone d’entrata), il Villino delle Fate (caratterizzato da loggette con colonne e pitture sulle facciate),
l’Ambasciata Russa (con fregi che si rifanno a quelli dell’antica Grecia ma con il tetto sorretto da grossi animali in stile medievale). Il Quartiere Coppedè, proprio per la sua stravaganza e particolarità, e stato più volte set di film cinematografici.
non hanno uno “stile architettonico proprio" ma sono un misto di Liberty, Decò, Barocco, con richiami medievali e classici. I villini sono infatti circondati da una folta ed alta vegetazione mentre nelle facciate degli edifici si incontrato motivi classici greci, mitologici, ponti e reggifiaccole medievali in ferro battuto,
vetrate in stile Liberty ed edicole sacre con tanto di Madonna con il bambinello. In particolare i villini, generalmente di 2 o 3 piani e strutturati in archi e torrette, sono circondati da giardinetti verdi con alti alberi e, come fossero dei piccoli castelli, da pesanti cancellate di confine mentre le palazzine, in genere, danno direttamente sulle strade lungo tutto il loro perimetro e sono caratterizzate da loggette, balconcini e da pitture sulle facciate.
Un’altra particolarità del quartiere è che vi si “accede” attraverso un arco di ingresso che unisce due palazzi: la volta interna dell’arco è ornata da un grande… lampadario in ferro battuto!
Il miscuglio di stili che caratterizzano il complesso di edifici dette vita ad uno stile vero e proprio: l’Eclettismo, proprio per il fatto di essere avulso da ogni contesto storico essendo mescolati in esso lo stile tetro del gotico, quello ispirato alla natura del Liberty, quello classico di ispirazione greca, quello medievale delle torrette e delle cancellate, quello Barocco delle decorazioni a stucchi, mascheroni e pitture delle facciate. Questo stile, a se stante, nacque e morì con Gino Coppedè. Caratteristici sono anche i nomi dati agli edifici: Palazzina del Ragno (caratterizzata da un grosso mascherone sul portone d’entrata), il Villino delle Fate (caratterizzato da loggette con colonne e pitture sulle facciate),
l’Ambasciata Russa (con fregi che si rifanno a quelli dell’antica Grecia ma con il tetto sorretto da grossi animali in stile medievale). Il Quartiere Coppedè, proprio per la sua stravaganza e particolarità, e stato più volte set di film cinematografici.
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