24 gennaio 2007

LE FESTE ROMANE: LA CANDELORA

La festa della Candelora fu istituita da Papa Gelasio I°, intorno alla fine del V° secolo, e solo dopo aver ottenuto dal Senato Romano l’abolizione dei “Lupercalia”, l’antico rito della purificazione che chiudeva l’anno secondo il calendario allora in vigore. Con i Lupercalia si cancellavano tutte le "impurità" accumulate durante l’anno e ci si presentava al nuovo anno “purificati”.
Il mese di Febbraio era l’ultimo del calendario romano, quello che chiudeva l'anno: il termine “Februarius” (devivante da “februa”) significava “purificazione”.
Gli antichi romani erano un popolo di contadini e pastori: quindi per loro le piante e gli animali erano di importanza fondamentale. Gran parte delle divinità romane avevano il compito di favorire il raccolto, la semina, la procreazione. Le celebrazioni in onore delle varie divinità, quindi, si svolgevano in periodi legati ai ritmi della terra e della vita agricola, per propiziare gli eventi del ciclo naturale. Il quindicesimo giorno di Februarius venivano inaugurati i Lupercalia, le festività in onore del Dio Luperco, il quale, secondo la tradizione, sorvegliava le greggi e le proteggeva dall'assalto dei lupi. Il culto di Luperco era molto importante ed i suoi sacerdoti, godevano di gran prestigio: infatti, erano ammessi al sacerdozio in onore del dio soltanto i membri delle famiglie più importanti della città.
Durante i Lupercalia i sacerdoti, definiti “Luperci” (scacciatori dei lupi), sacrificavano delle pecore in una grotta ai piedi del Palatino dove, secondo tradizione, la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo. Con una spada insanguinata del sangue di pecora toccavano poi la fronte di due ragazzi di origina patrizia, che detergevano subito dopo con un panno di lana, imbevuto di latte. A quel punto i due ragazzi dovevano indossare le pelli degli animali sacrificati; con la medesima pelle venivano realizzate delle striscie (dette februa o anche amiculum Iunonis) con le quali, correndo attorno alle pendici del Palatino, dovevano percuotere chiunque incontrassero, in particolare le donne, che si offrivano volontariamente ad essere sferzate per purificarsi e ottenere la fecondità. La comunità intera, così facendo, si purificava e si preparava ad accogliere la primavera ed i suoi frutti. Era, in fin dei conti, una cerimonia tesa a propiziare la fecondità della terra, degli animali e dell'uomo alle porte della primavera.



Come detto Papa Gelasio I° "cristianizzò" i Lupercalia, mantenendone il significato di rito purificativo, dedicandolo però alla Vergine", e ne fisso', confermando l'anica tradizione, anche il periodo del festeggiamento ai primi giorni di Febbraio. Il nome venne cambiato in “Festa delle Candele” (popolarmente chiamata “Candelora”), in quanto adottate come simbolo della purificazione dal Peccato Originale. In quest’occasione venivano benedetti delle candele, che i fedeli portavano in processione, dalle quali sarebbero stati protetti, soprattutto nel corso di forti temporali.

Nel Medioevo la festa raggiunse il suo culmine di importanza: infatti si svolgeva una lunghissima processione che partiva da Sant'Adriano e attraversava i fori di Nerva e di Traiano, passando per il colle Esquilino, fino a raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore. In tempi più recenti, la processione si accorciò, svolgendosi soltanto intorno alla Basilica di San Pietro. In quell'occasione, all'interno della Basilica, sull'altare venivano poste delle candele con un fiocco di seta rosso e argento e con lo stemma papale. Tre di queste venivano scelte e la più piccola era consegnata al Papa, mentre le altre due andavano al diacono e al suddiacono. Una volta benedetti i ceri, il Papa consegnava la sua candela al cameriere personale, insieme con il paramano di seta bianca che gli era servito per proteggersi le mani dalla cera calda, e passava alla benedizione dei rimanenti ceri.
Tornando al significato religioso della Candelora, essa ricorda il rito di purificazione che la Vergine Maria seguì dopo aver dato alla luce Gesù, in conformità alla legge ebraica: nel Levitico è scritto, infatti, che ogni madre che avesse dato alla luce un figlio maschio sarebbe stata considerata impura per sette giorni, e che per altri trentatré non avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi forma di culto. La Candelora si festeggia infatti il 2 Febbraio: 40 giorni dopo la nascita di Gesù.

Oggi la Candelora segna, per lo più ovunque, la fine dell'inverno, anche se con altri nomi: ad esempio in America è famosa la “Festa della Marmotta”, ricordata anche in un simpatico (anche se un po' angoscioso) film di qualche anno fa con Bill Murray; oppure "Festa dell’Orso" (in questo giorno infatti l'orso, secondo tradizione, si sveglierebbe dal letargo e uscirebbe fuori dalla sua tana per vedere come e' il tempo e valutare se sia o meno il caso di mettere il naso fuori).
Un proverbio, recentemente ricordato da Papa Giovanni Paolo II, recita "Candelora dell'inverno semo fora. Ma se piove e tira vento, dell'inverno semo drento", ossia: se il 2 febbraio il tempo è brutto l'inverno durerà un altro mese almeno. In questo senso la Candelora, che coincide, nel ciclo biologico/vegetativo, con la fine dell’Inverno, è anche legata ad alcune feste di origine agreste: in molti Paesi europei, infatti, si cucinano piatti specifici, che vengono offerti alla natura.

1 commento:

La collina dei mici ha detto...

Complimenti per la ricostruzione !! Cercavo notizie sulla Candelora (oggi la festeggio alla francese con crepes dolci di tutti i tipi) e sono finita nel tuo blog..che coincidenza ! a me roma piace moltissimo, perché sono innamorata dell'arte e dell'archeologia...Ciao :-)